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Fecondazione assistita: FIVET - ICSI

Il Ginecologo Dott. Massimo Giardina è specializzato anche nelle tecniche di fecondazione assistita FIVET e ICSI. La fecondazione in vitro viene impiegata da oltre 20 anni ed è molto utilizzata nelle procedure di procreazione medicalmente assistita come “Gold-Standard” in casi di infertilità grave.

Per ulteriori informazioni continua a leggere questa pagina oppure contatta direttamente il Dott. Giardina utilizzando i recapiti a fondo pagina.

 

Tipi di fecondazione assistita

La FIVET (Fecondazione in Vitro ed Embryo Transfer) è una tecnica di procreazione medicalmente assistita di II livello, la quale consiste nella fecondazione dell'ovocita al di fuori del corpo della donna con conseguente formazione dell'embrione e successivo trasferimento in utero dello stesso.

Con la sigla ICSI (Inseminazione Intracitoplasmatica dello Spermatozoo) ci si riferisce invece a una tecnica di fecondazione assistita che prevede la microiniezione dello spermatozoo direttamente all'interno dell'ovocita.

 
Fecondazione Assistita Eterologa

Si esegue utilizzando i gameti (ovociti e/o seme) di un donatore/donatrice nei casi in cui ci siano stati dei fallimenti pregressi o nei casi in cui non è possibile utilizzare i gameti della coppia. Nel caso della ovodonazione, il seme del partner della coppia infertile viene spedito all'estero presso Il centro Amnios di Madrid per la tecnica di fecondazione, quindi le blastocisti ottenute (embrioni in 5° giornata) vengono spedite a Roma presso New Fertility Group (European Hospital)

per il transfer con tassi di gravidanza dell'80%. Nel caso di donazione del seme maschile la tecnica viene eseguita a Roma.

 

In quali casi sono indicate?

Il fattore tubarico di infertilità si riferisce a delle alterazioni od ostruzioni delle tube uterine in seguito a processi infiammatori dovuti a malattia infiammatoria pelvica (PID), endometriosi o pregressa chirurgia tubarica (gravidanza extrauterina).


L’incapacità funzionale della tuba altera necessariamente la possibilità di fecondazione tra ovocita e spermatozoo.

La diagnosi di infertilità da fattore tubarico si esegue con esami diagnostici quali:

- l'isterosalpingografia;

- la sonoisterografia;

- la laparoscopia diagnostica.

 

Endometriosi

L'endometriosi è una patologia caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale, cioè quel tessuto che ricopre internamente la cavità uterina, al di fuori della stessa. Può ritrovarsi localizzato in varie sedi, in particolare nell'ovaio ("cisti endometriosiche"), nelle tube uterine, nell’intestino, nella vescica, nel rene, nel miometrio uterino e persino, in rari casi, nel polmone e nel torace.


L'endometriosi si osserva in circa il 30/40% delle donne che presentano problematiche di infertilità. Questa malattia può provocare quadri infiammatori con conseguenti aderenze a livello di tuba, ovaio e peritoneo. Il processo infiammatorio può interferire alterando il quadro ormonale femminile con un deficit dell’ovulazione (80% dei casi).


Le sostanze infiammatorie prodotte possono agire anche a livello degli spermatozoi riducendone la funzionalità e in alcuni studi avrebbero dimostrato un effetto negativo sull’impianto dell’embrione.

 

Sterilità maschile

Il fattore maschile di sterilità è dato da un'incapacità del seme maschile di fecondare l'ovocita per una riduzione-assenza di numero e di mobilità nonché per un'alterata morfologia degli spermatozoi.

 

Forme di infertilità inspiegate

Forme di infertilità inspiegate in cui precedenti cicli di procreazione medicalmente assistita con tecniche di I livello (inseminazioni intrauterine) non abbiano dato risultati. 

 

Come si esegue?

Fase I - 

L'induzione dell'ovulazione consiste nel somministrare farmaci in grado di stimolare l’ovaio nella produzione di follicoli. Nelle tecniche di fecondazione in vitro i farmaci impiegati sono rappresentati essenzialmente dalle gonadotropine, che indurranno una superovulazione ovarica. La dose impiegata viene decisa in base a programmi personalizzati adattati al singolo caso clinico.


Al fine di evitare un'ovulazione prematura in corso di stimolazione ovarica viene eseguita la cosiddetta soppressione ipofisaria, che consiste nella somministrazione di farmaci che bloccano l'attività dell'ipofisi, cioè della ghiandola che regola l'attività dell'ovaio.

 

Fase II

Consiste nel prelievo degli ovociti (pick-up) eseguito 24-36 ore dopo la somministrazione della gonadotropina corionica.

È un processo minimamente invasivo attuabile per via transvaginale mediante la sonda ecografica su cui viene montato un ago in grado di aspirare i follicoli ovarici.

Il pick-up richiede 10 minuti circa.

Lo sviluppo follicolare viene quindi monitorato mediante controlli ecografici ripetuti e dosaggi dei livelli di estradiolo fino a che i follicoli di maggiori dimensioni non abbiano raggiunto un diametro adeguato. Quindi si procede alla maturazione finale degli ovociti con una dose di gonadotropina corionica.

 

Fase III

Gli ovociti raccolti durante il prelievo ovocitario vengono fecondati con il seme del partner.

Nella FIVET ciascun ovocita viene posto in una provetta con un campione di liquido seminale trattato, in un mezzo di coltura adeguato per 12-18 ore. Nel corso di tale intervallo di tempo ha luogo la fecondazione dell'ovocita da parte dello spermatozoo.

Nella ICSI viene eseguita la microiniezione diretta di un singolo spermatozoo nel citoplasma dell'ovocita. Questa tecnica si esegue nei casi di severa oligoastenozoospermia (riduzione severa di numero, mobilità degli spermatozoi e alterata morfologia) e in quei casi in cui la FIVET non abbia condotto alla fertilizzazione degli ovociti.

 

Fase IV

Il transfer embrionario dell’embrione in cavità uterina è un momento molto delicato. Viene eseguito dopo un intervallo variabile da 2 a 6 giorni dal momento del prelievo degli ovociti e della loro fecondazione.


Trasferendo gli embrioni 2 o 3 giorni dopo il prelievo degli ovociti avremo infatti embrioni con un grado di sviluppo variabile tra lo stadio di 2-4 cellule fino a 6-8 cellule (in terza giornata).


Se invece il transfer avviene in quinta-sesta giornata lo sviluppo degli embrioni può raggiungere lo stadio di blastocisti, che risulta essere uno stato più fisiologico di impianto dell’embrione e secondo diversi studi anche più valido.

 

Risultati ottenuti

Le percentuali di successo delle tecniche di fecondazione assistita FIVET e ICSI variano sensibilmente in relazione all’età e alle patologie da cui è affetta la paziente. Le possibilità di rimanere incinta variano, in particolare, dal 20% fino al 45% dopo un ciclo FIVET-ICSI con possibilità di essere incrementate con tecniche aggiuntive. Naturalmente la possibilità di crioconservare gli ovociti prelevati in sovrannumero consente di avere a disposizione un numero maggiore di tentativi di fecondazione assistita.

Al momento le tecniche summenzionate rappresentano il massimo che può offrire la medicina della riproduzione.

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